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Degustibus 2019

Nella suggestiva cornice del Poetto, sotto l’occhio attento della Sella del Diavolo, ho assistito a un cambiamento che non credevo possibile.
A Degustibus ho trovato sinergia e dialogo, mista a complicità; ho visto produttori e chef, giornalisti e blogger lavorare tutti insieme per raccontare l’enogastronomia di un’isola: la nostra Isola.
Il 18 e 19 maggio abbiamo parlato tutti la stessa lingua, ci siamo ascoltati, confrontati, capiti e scoperti.
Abbiamo scoperto materie prime apparentemente lontane dalla tradizione sarda, come il tartufo dell’azienda “L’Isola dei Sapori – Tartufo di Sardegna” nel cui stand si potevano acquistare i prodotti a base di tartufo e la stessa materia prima, mentre si ricevevano preziosi consigli sulla conservazione. I tartufi temono l’umidità, sono un prodotto fragile e delicato che deve essere conservato all’interno di un panno (che assorba l’umidità) costantemente cambiato per far sì che le proprietà organolettiche, di questo prezioso gioiello che la terra ci regala, restino invariate. Nel frattempo si scopre che il tartufo di Sardegna non è di qualità minore rispetto al blasonato fratello piemontese, ma è semplicemente meno conosciuto.

Curiosando tra gli stand si parla di marchio e di materie prime, spaziando dall’idea di coltivazione e km0 della Coldiretti, sino alle proposte di formaggi di Argiolas Formaggi, passando per la pasta di Tanda&Spada (risposta sarda alla pasta di Gragnano) e numerose altre le proposte di materie prime tra cui marmellate, oli e conserve supportate anche dalla piattaforma per acquisti digitali SardiniaEcommerce.

A Degustibus una nuova idea di spesa intelligente che valorizza i prodotti del territorio e negli stand degli Chef tantissime idee innovative su come trasformarli. Proposte semplici, ottime da gustare mentre si esplorano gli stand ed ecco che l’inflazionato street food diventa un piatto gourmet da passeggio.
Tra le mani dello Chef di Niu Restaurant (di cui avevamo parlato qui), Federico Ravot, persino del pane con un semplice uovo diventa un piatto completo che stuzzica il palato e fa venire l’acquolina in bocca.

Mentre chef Ravot spacca le uova [ndr. abbiamo conquistato la ricetta stay tuned!] poco distante ci sono due stand che rendono giustizia alla materia prima che non deve mancare mai sulle tavole: il pane!
Così l’uno accanto all’altro Stefano Pibi e Abele Fois cucinano la loro proposta di panino.
L’ingegnere delle farine, patron di PBread Natural Bakery, sfoggia una proposta di mare a base di bottarga e una di terra versione nostrana e ben studiata del famoso hamburger. In entrambe le proposte il pane è studiato e realizzato magistralmente cosicché da contenitore diventa di diritto parte integrante della proposta.

Lo Chef Abele Fois (della scuola Luigi Pomata da poco patron della Birroteca Fermentazioni Spontanee) da sfoggio di tutta la sua creatività con il suo Pulled Pork. Il pane a base di barbabietola e pomodoro rapisce per il suo colore rosso acceso, il Casizolu del Montiferru racconta il rispetto per la terra natia, mentre il maiale cotto 36 ore dimostra una sapiente tecnica nella trasformazione degli ingredienti. Il risultato porta a un livello superiore il concetto di panino.

Nella stessa piazza, cortese e sorridente vicina di stand, Clelia Blandini racconta con un solo panino (Pecora Burger) tutta la sua storia da Chef di Lucitta e tante cose di una terra, l’Ogliastra, sospesa tra le tradizioni delle montagne e l’influenza innovativa del mare. Che poi per me rappresenti un esempio di donna e di coraggio accresce soltanto l’aura che la accompagna.

In questo pazzo sabato di primavera ci troviamo davanti a proposte audaci che cambiano anche la concezione e il modo di pensare i piatti. In questo il giovane chef visionario Alberto Sanna sfida i pregiudizi e propone un bollito primaverile. Solo chi non si è lasciato ingannare dal nome ha scoperto quanto gusto ci possa essere nella semplicità.

In questo fenomenale lunapark del gusto troviamo spazio per la tradizione e il culorgiones fritto proposto da Davide Atzeni di Coxinendi e la fregola di Marcello Putzu fanno sentire l’anima della Sardegna.

Se poi la prova costume non dovesse essere irrimediabilmente compromessa ci si imbatte nel pane tiramisù nello stand Somu.

Se invece si volesse qualcosa di fresco, per invitare questa timida estate a palesarsi ci si ritrova nuovamente di fronte a una convivenza di vicinato molto molto particolare.
Da un lato Sa Carapigna della famiglia Pranteddu, una forma molto antica di sorbetto a limone che sfrutta i più basilari principi della fisica per creare un prodotto sublime con metodi antichi tramandati di padre in figlio.

Dall’altro lato, della stessa piazzetta, il banchetto dei gelati dei Fenu incuriosiscono e conquistano con i gusti particolari, inni freschi alla meravigliosa terra di Sardegna. Unica pecca: la crema alla vernaccia di Oristano crea dipendenza.

In perfetto stile “Greta ci guarda e ci osserva” la plastica è stata ridotta al minimo e l’acqua depurata era offerta gratis da Aquamea.

Per chi invece ancora pensa che l’acqua fa ruggine otto cantine sarde hanno fatto barcollare i partecipanti a colpi di eccellenze tutte nostrane. Stefano Soi, patron dell’omonima cantina ha persino fatto brindare i blogger con calici di rosato: facendo decretare all’unanimità la fine del bistrattamento di questo vino troppo spesso snobbato. Accanto la cantina il Quarto Moro con le sue stilose bottiglie ammaliava i passanti.

Degustibus per me è stata una scusa per incontrare amici vecchi e nuovi. Sicuramente tra gli amici “vecchi” sono felice di annoverare lei Roberta Porceddu: una donna caparbia e tenace, che a pieno titolo è diventata una delle donne del vino e insieme a suo marito Pietro ha dato nuovo lustro alla cantina di famiglia. Così grazie anche al suo carattere fiero oggi Cantina Lilliu produce etichette di pregio.

Tra un boccone e un sorso a Degustibus abbiamo anche parlato di cose serie in dei salotti, ad esempio Alessandra Addari ed Enrico Pilia hanno moderato momenti di discussione dedicati rispettivamente al turismo enogastronomico e alla ristorazione ai tempi dei social, dando la possibilità ai professionisti del settore di confrontarsi a viso aperto.

Tra gli amici vecchi e nuovi ci sono sicuramente tanti blogger con cui ho condiviso queste e altre prelibatezze, tante foto e tante risate! Taggherò tutti nella pagina social e vi raccomando di leggerli e seguirli perché ognuno di loro racconterà una personalissima e meravigliosa versione di questa manifestazione raccontando gli stand che io non sono riuscita a visitare e cogliendo particolari che a noi sono sfuggiti.
Il nostro grazie va a tutti i partecipanti, ma sopratutto a Michele che con un pizzico di follia dopo “Una notte da chef” ci ha fatto vivere questa meravigliosa esperienza!

Quasi dimenticavo… persino Chef Rubio è stato a Degustibus!

Arrivederci Degustibus, noi ci stiamo preparando per il 2020!