Dessert

Crostata con farina di teff crema frangipane e pesche

“Non avrai altro Dio all’infuori di me, spesso mi ha fatto pensare.
Genti diverse venute dall’est dicevan che in fondo era uguale.”
Caro Faber,
è da tanto che non ci sentiamo, ma anche oggi mi trovo stupita su quanto le tue parole siano così attuali.
Sai l’uomo è un animale diffidente, ha intrinsecamente paura di ciò che non conosce. Siamo degli animali che vivono costantemente sulla difensiva. Succede anche in cucina. Il ragù di nostra mamma resta il migliore in assoluto, gli ortaggi della nostra regione gli unici mangiabili, i cibi di altre nazionalità sono pasticci immondi. In tutte queste convinzioni, nascosta dietro dei veli di verità e amore per la tradizione, si cela una atavica paura verso ciò che non conosciamo.
Io per prima ammetto di avere difficoltà ad uscire da questi schemi mentali. Noi siamo un popolo che non prova. Non ammette di avere contaminazioni. Pensiamo di essere i depositari della buona cucina. E questo, forse è un ragionamento “se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato”, ma dovremmo tenere presente che il mondo culinario è quasi sempre in evoluzione. Le cose che oggi sono tradizionali, ieri erano sconosciute e rifiutate. Mi immagino lo sdegno tra i cuochi delle corti, quando un tuo famoso concittadino, portò i primi pomodori. Ovviamente pizza e lasagne si sono evolute in questi pochi secoli.
A scanso di equivoci non mi riferisco alle importazioni a basso costo, non intendo neppure pensare alla tua amata fugassa prodotta con grano di provenienza ignota. Semplicemnte dovremmo spendere più energie dietro la qualità e non respingendo le tradizioni altrui. O peggio, come spesso accade farci ammaliare da cucine che non esistono costruite ad hoc per crware dipendenza, facendo la fortuna di catene e imprenditori.
Ti racconto tutto questo perché il dolce di oggi è frutto di una necessaria contaminazione. Qualche mese fa un collega mi parló di un cereale etiope considerato un super food che stava prendendo piede anche in Europa: il Teff. Mi ricordo perfettamente che lo liquidai dicendo che “il grano ha sempre funzionato e quel tipo di pane non fa per noi”. Si hai ragione anche io soffro di “paura del diverso” in fasi più o meno acute.
Tuttavia a volte il destino ci mette del suo. E toc toc… l’azienda Nuova Terra, mi invita a provare la sua linea di cereali e legumi.
Dentro il pacco loro: 300 gr di microscopici semini del cereale tanto bistrattato. Per fortuna la curiosità da blogger è stata assai più grande della “paura del diverso” e il mio cervello ha iniziato a frullare idee. Poi su un articolo on line la rivelazione: il gusto denota marcate note aromatiche di cioccolato. Diventerai un dolce, sussurrai wireless, alle migliaia di semi che sonnecchiavano nel pacchetto.
Se poi non contiene glutine, ne faccio un dolcetto per la quota celiaca della famiglia. Che gli dei della pasticceria mi assistano! Il risultato è stato fenomenale, a dimostrazione che i pregiudizi non sono mai una cosa buona.
Smetto di tediarti… Ci manchi assai perché il diverso ci fa troppa paura.
Una tua fan un po’ meno spaventata dal diverso…
Questa ricetta è dedicata a una persona che del diverso non ha certo paura. Una persona che delle tradizioni di paesi lontani ne ha fatto la sua vita. La cinesina della famiglia… Irene!
 
CROSTATA CON FARINA DI TEFF CREMA FRANGIPANE E PESCHE 
Per la frolla:
300 g di farina di teff (*)
120 g di zucchero bianco
120 g di burro
1 uovo intero
1 tuorlo
scorza grattugiata di mezzo limone
Per la crema frangipane:
130 g di farina di mandorle
100 g di zucchero bianco
100 g di burro
1 uovo
30 g di fecola
scorza grattugiata di mezzo limone
succo di mezzo limone
(*) in commercio si trova anche la farina già pronta, ma io ho ottenuto la farina macinando i semi con il Bimby: un minuto a vel.10
In un contenitore sabbiare farina e burro. Aggiungere lo zucchero e la scorza, quindi le uova e il tuorlo. Lavorare velocemente sino ad ottenere un composto omogeneo. L’impasto risulterà molto più morbido di una frolla normale. Foderate la teglia, precedentemente imburrata e cosparsa di fecola, questo passaggio è meglio farlo senza usare il mattarello, spargendo l’impasto con le mani.
Una volta foderata la teglia coprire con pellicola e far riposare in freezer per 15′.
Durante il riposo preparare la crema.
Montare il burro insieme allo zucchero sino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere l’uovo e continuare a montare. Quando il composto risulterà omogeneo e spumoso incorporare la farina di mandorle e la fecola. In ultimo unire il limone (succo e scorza).
Montaggio:
Sulla frolla ben fredda versare la crema, livellare con una spatola e ricoprire di pesche.
Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 35′. Per evitare di rovinare le pesche è meglio cuocere per 20′ coperta con carta alluminio, quindi cospargere di zucchero la superficie e ultimare la cottura. Far freddare bene prima di servire.